Aumenta il numero dei morti del terremoto in Turchia e in Siria, oltre 43.000, e forse il conto potrebbe aumentare ancora col passare di giorni. Qualche luce di speranza ha accompagnato l’opera dei soccorritori che hanno riportato alla luce bambini ancora vivi rimasti sotto le macerie per giorni. Terremoto dalle proporzioni immani.

Il dramma nel dramma, nell’opera dei soccorritori sono i ritardi, non solo dovuti alle proporzioni del sisma, ma perché l’area investita è preda di conflitti mai sanati e oltre ad essere vittime del terremoto alcune aree sono vittime di voluti ritardi nei soccorsi perché aree di rivalità tra popolazioni.

Un dramma umano che fa nascere domande: perché tante tragedie? Perché Dio permette tanta distruzione? Perché i soccorsi non possono arrivare a tutti, come se ci fossero terremotati più meritevoli di soccorsi di altri?

Oltre la cronaca di quanto accade e grazie ai mezzi della comunicazione vissuti in temo reale, rimane una sola cosa da fare, non girare lo sguardo da un’altra parte, che se la vedano loro! Stiamo aggiungendo dolore a dolore, il 24 febbraio ricorre infatti l’anniversario dell’invasione della Russia in Ucraina, ebbene tutto questo mette sotto giudizio il nostro credere in quel Dio di misericordia e di amore che Gesù ci ha rivelato. Ma occorre reagire.

Caritas ambrosiana ha già avviato una raccolta di donazioni, e solo donazioni in denaro, e anche noi domenica 19 febbraio faremo una raccolta straordinaria per Caritas che ha sempre come obiettivo primario la ricostruzione garantendo la presenza sul posto di operatori e volontari per un lungo periodo.

La solidarietà concreta è già un modo visibile dei segnali di speranza. Non lasciamo soli coloro che sono travolti dalla tragedia.

 

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