Probabilmente si gioca tutto attorno a questo interrogativo la delicata questione al centro di un dibattito acceso tra le varie posizioni della politica e del giornalismo.

Al centro la “maternità surrogata” cioè quel procedimento per cui una donna mette a disposizione il proprio utero e porta avanti la gravidanza per altri genitori (chiamati genitori intenzionali) che possono esse single o coppie sia eterosessuali che omosessuali. In Italia questa pratica è vietata e si ricorre pertanto per la “maternità surrogata” ad altri Paesi dove è permessa.

Ora si fa un gran parlare sul riconoscimento automatico dei figli dei genitori che hanno fatto ricorso a questa pratica. Non è questo il luogo per entrare in merito alla legittimità che riguarda il diritto, ma come cristiani dovremmo fare un passo indietro, più a monte per domandarci se i figli sono un dono o un diritto.

Claudia Alberico direttrice del Consultorio in via Leopardi a Erba richiama tre autori per sostenere la posizione della Chiesa in una questione delicata. “Il teologo Giuseppe Angelini ci direbbe che un figlio è una benedizione e un compito. Massimo Recalcati direbbe che è un segreto incomprensibile. Alda Merini direbbe che i figli si partoriscono ogni giorno”.

Continua la dottoressa Alberico: “per noi che abbiamo cura della generatività e dell’apertura alla vita i figli sono tutto questo. I figli sono dono e benedizione. Se sono un dono non possono essere un diritto, perché dono e diritto sono agli antipodi. In una questione tanto delicata non si può muoversi animati da polemiche politiche, ma occorre uno scenario di valori per agire correttamente.

E Alberico aggiunge: “I futuri genitori vanno aiutati a DESIDERARE LA VITA che è diverso dal pensare alla vita come un BISOGNO. Il bisogno è qualcosa che è solo per me, per la mia sopravvivenza. Il desiderio si apre al mondo, agli altri, perché di questo bene possano beneficiare anche gli altri”. Abbiamo bisogno credo di ricuperare la cultura del dono. Un “figlio” è una questione seria per farne una battaglia politica. E se anche sono convinto che serva una normativa, e lo Stato non può prescindere dal farlo, un cristiano non potrà mai non tenere presente il disegno di Dio che ha chiesto all’uomo e alla donna di generare la vita in una unione di natura.

 

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