È ormai tardo pomeriggio quando mi annuncio a una casa ben illuminata anche all’esterno con già qualche addobbo natalizio. Oltre una finestra illuminata scorgo un bambino. Ha vissuto con noi l’oratorio estivo. È molto sveglio educato collaborativo. Ricordo che non ama i giochi elettronici e questo è già un segnale importante oggi. Vengo accolto dal papà. La mamma è ancora fuori casa e potrebbe arrivare da un momento all’altro. Un cane mi annusa per conoscermi, mentre io mi irrigidisco, ho una paura tremenda!

La presenza del papà mi rassicura e la paura mi abbandona. L’ambiente è confortevole, sul tavolo un gioco, non elettronico, interrotto dal suono del campanello. Il papà giocava con suo figlio. Un quadretto famigliare quasi di altri tempi! Dopo i saluti convenzionali comincio con le domande per conoscere qualche particolare in più della famiglia. L’uomo ha molti interessi. Condividiamo insieme la passione per le montagne. A differenza di me lui ama anche scalare, io non l’ho mai fatto se non qualche timido tentativo in Grignetta.

La conversazione è ricca di particolari interessanti che liberano la mia curiosità. La mia visita a quella famiglia aveva come scopo la benedizione natalizia e quando la propongo mi lasciano fare e scopro che il papà si dichiara non credente. Recito la preghiera di benedizione, quest’anno particolarmente coinvolgente, ma il mio pensiero fisso diventa domanda: perché un uomo che ama la montagna che ha toccato vette e scalato cime, dice di non credere?

Questa volta esco dalla casa non con un senso di amarezza, ma con una segreta speranza. Un uomo che ama la montagna e quindi ama la bellezza, come può non essere credente? Già! È uno dei tanti credenti anche non praticanti. E nelle case ne ho trovati tanti.