Condivido con voi quanto il nostro Vesco Mario ha detto ai Decani della nostra diocesi il 4 novembre in occasione della festa di S. Carlo.

Nelle sue parole trovo un prezioso suggerimento per vivere l’emergenza della pandemia:

“C’è una emergenza spirituale: lo spirito della gente di questo tempo rischia di inaridirsi. Resteranno solo ossa aride? Profetizza, figlio dell’uomo! Ecco io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete (Ez 37,4.5). La nostra Chiesa è destinataria di una profezia e responsabile di una profezia. Questo tempo di desolazione è il tempo della nostra missione. Per san Carlo il suo tempo era tempo di missione: la riforma della Chiesa. Per l’Arcivescovo Montini il suo tempo era tempo di missione: l’annuncio della paternità di Dio. Per noi il nostro tempo è tempo di missione: affrontare l’emergenza spirituale. L’emergenza spirituale di questo tempo è di essere incapaci o impediti di ascoltare lo Spirito. La Missione del 1957 è stata una impressionante macchina organizzativa per convocare quanta più gente possibile per ascoltare i migliori predicatori disponibili. La Missione 2020 dissuade dalle convocazioni per abitare il silenzio, nella docilità allo Spirito. La Missione 2020 non è la proposta di un contenuto dottrinale nuovo o particolarmente urgente come per ricordare qualche cosa di importante. Piuttosto è una missione modesta: siamo inviati a rispondere alle domande, a incoraggiare percorsi di sapienza: Infonda il Signore sapienza nel cuore”.

Non è tempo di desolazione dunque, ma un tempo di missione. Non serve logorarci in discussioni inutili, ne sentiamo già molte in TV e sui giornali. Forse faremmo bene a fare di questa situazione un’occasione come spesso ci richiama il nostro Vescovo.