Riprendendo un dato significativo della tradizione della Chiesa di Milano, il Lezionario ambrosiano, e prima ancora l'ordinamento dell'anno liturgico su cui poggia, riporta le domeniche e le settimane successive all'Epifania nella logica del mistero della Incarnazione. Viene così abbandonata la recente impostazione romana che, dopo la solennità dell'Epifania, avvia il Tempo ordinario o «per annum» e lo caratterizza con la proclamazione, ogni anno diversa, di un vangelo sinottico.


Il Tempo dopo l'Epifania, in ragione della data della Pasqua e, conseguentemente, della data della domenica che inizia la Quaresima, ha una durata flessibile, da un minimo di 5 domeniche (e settimane) a un massimo di nove. Le ultime due, qualunque sia il numero complessivo di un dato anno, non vanno mai omesse, perché orientate alla Quaresima che sta per iniziare. Per tutto questo tempo il colore liturgico dei paramenti è il verde.



Le domeniche

Per un massimo di sei domeniche a partire dalla seconda, oggetto dell'annuncio biblico sono le «epifanie» o «manifestazioni» della gloria dell’Unigenito dal Padre, cioè i segni compiuti da Cristo che dopo il battesimo al Giordano, «ne vengono manifestando la messianicità e la divina signoria».

Il miracolo di Cana - Gv 2,1-11 in tutte e tre gli anni - apre la serie (II domenica dopo l'Epifania). La moltiplicazione dei pani, la tempesta sedata, i miracoli di guarigione e di liberazione dal demonio sono gli episodi evangelici che, con pericopi diverse negli anni A, B, C, connotano il «tema / mistero» delle successive domeniche fino alla settima compresa.
La corrispondenza delle letture e delle epistole, sempre articolata su tre anni, permette di approfondire il senso delle diverse manifestazioni e di arricchirne la comprensione.
Si inseriscono bene, nel quadro delle domeniche dopo l'Epifania, la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, che viene definitivamente fissata all'ultima domenica di gennaio, e la Presentazione del Signore (2 febbraio), che, quando cade in domenica, si apre con la celebrazione vigiliare vespertina.

Un ponte ideale tra il libro del mistero della Incarnazione e quello del mistero della Pasqua è costituito infine dalle ultime due domeniche dopo l'Epifania. La penultima pone a tema la «divina clemenza» e l'agire misericordioso di Dio, a partire dai vangeli proclamati: l'adultera (Gv 8,1-11) nell'anno A; la peccatrice in casa di Simone (Lc 7,36-50) nell'anno B; la chiamata di Levi il pubblicano (Mc 2,3-17) nell'anno C. L’ultima, detta del «perdono», il perdono di Dio che porta a maturazione il cammino di conversione dell'uomo, proclama i seguenti vangeli: il figlio perduto e ritrovato (Lc 15,11-32) nell'anno A; il pubblicano e il fariseo (Lc 18,9-14) nell’anno B; la conversione di Zaccheo (Le 19,1-10), nell'anno C.


Le ferie

La celebrazione del mistero della Incarnazione del Signore appella anche alla categoria veterotestamentaria della «sapienza». Gesù Cristo, nato da Maria e adorato dai pastori e dai magi, è la «sapienza» eterna di Dio. Per questo il Lezionario ambrosiano feriale, nei suoi due cicli, dà voce alla lettura di alcuni libri sapienziali, che sviluppano una riflessione a tutto campo sulla storia e sulla realtà dell'uomo: il libro del Siracide dalla II alla VI settimana; il libro della Sapienza, la VII e la penultima settimana; il libro del Quoèlet, l'ultima settimana.

A questi interpreti del pensiero religioso di Israele si affianca, in lettura quasi continua, il «lieto annuncio del vangelo di Gesù Cristo» secondo san Marco.