Preghiera

“I Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono»” (Gv 8,57-58).

In questa terza domenica di Quaresima, dedicata alla figura di Abramo, riflettiamo sulla preghiera che scaturisce dalle ferite del bisogno, nella nostra quotidianità.

“Chi è Abramo? […] Abramo è l'amico di Dio fino alla sfacciataggine, perché vuole conoscere Dio fino in fondo […] Abramo si è buttato nella preghiera fin quasi all'irriverenza; ma lo ha fatto nella pienezza della fede per capire il disegno di Dio […]” (Carlo Maria Martini). Ma spesso le necessità ci soffocano e innescano una preghiera che rischia di lasciarci ripiegati su noi stessi. “Abramo è l’uomo della Parola. Quando Dio parla, l’uomo diventa recettore di quella Parola e la sua vita il luogo in cui essa chiede di incarnarsi. […] Abramo visse la preghiera nella continua fedeltà a quella Parola” (Papa Francesco). Attraverso la preghiera, quale spazio lasciamo all’incontro con Dio? Apriamo il nostro cuore a conoscere la Sua volontà? Nel dialogo con Dio cerchiamo, come Abramo, la Sua voce? “La preghiera cristiana conosce e pratica la preghiera di domanda: la vive però secondo lo Spirito […] il cristiano in ogni preghiera riconosce anzitutto che Dio è Padre e invoca lo Spirito per vivere da figlio.” (Mons. Delpini) Lo Spirito Santo ci rende figli in Cristo e Gesù ci insegna a pregare come figli. Anche nell’invocare l’aiuto del Padre affinché ci soccorra nelle nostre difficoltà, il Signore ci dona la dignità dei figli, ci invita ad allargare i nostri orizzonti, ci coinvolge nella stessa responsabilità di Dio. Così la nostra preghiera, anche quella di domanda nel bisogno, può e deve aprirsi agli altri. Esercitiamoci in questo modo di pregare, spalancando il nostro cuore al disegno di Dio nella nostra vita, come Abramo, in cammino verso la preghiera perfetta di Gesù.