• Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale - Interno

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Oratorio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    S. Maria Maddalena - Patrona

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Affresco del '400

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa di S. Giorgio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Croce Pessina

Per la festa patronale di Santa Maria Maddalena, i crevennesi, che tanto amano la nostra valle e le nostre montagne, valorizzano la festa celebrando la Messa alla seconda domenica di luglio alla Croce Pessina. Quest’anno, come segno della rinascita dopo la pandemia da covid, hanno pensato di illuminare “el crusun”.

L’iniziativa non nasce per rivalità con le altre croci sulle vette dei nostri monti lariani: Tavarasc, Puscio e altre, ma solo con il desiderio di richiamare la comunità crevennese alla festa.

Infatti non sarà perennemente illuminata tutte le notti, ma solo in alcune occasioni speciali: la festa patronale di luglio, le grandi solennità liturgiche dell’anno, oltre che per eventi civili particolarmente significativi. Si è avuto cura di evitare una luce eccessiva che potrebbe disorientare gli uccelli migratori e di non creare una struttura impattante alla base della croce. Non vogliamo affatto usare la montagna come palcoscenico per imporre convinzioni religiose, non è proprio questo il momento, ma tenere viva la memoria di chi sulle nostre montagne ha lavorato curando sentieri, falciando fieno, raccogliendo legna, ecc.

Oggi anche le nostre modeste montagne sono da scalare, da percorrere per sentieri, da gustare per lo svago e lo sport. Ma non va dimenticato che per tanto tempo la montagna è stata risorsa economica per generazioni intere che ha saputo coniugare insieme la fede con il lavoro duro sulla montagna. Una doverosa pulizia delle nostre vette, seppur modeste, non consisterà nel togliere i simboli religiosi, ma nel saperli valorizzare a dovere perché continuino, anche per le future generazioni, ad essere segni aggregativi e non divisivi. Semmai è di altro che bisogna fare pulizia. Sono il primo a dire che le nostre montagne sono già una lode al Creatore senza bisogno di simboli religiosi.

Non è infatti il Creatore che ha bisogno di simboli, ma noi per non perdere le nostre tradizioni e le nostre origini.

 


La parola di don Ettore

 

La parola
libero pensiero di don Ettore Dubini su temi attuali o determinate ricorrenze.