• Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale

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    Chiesa Parrocchiale - Interno

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    Oratorio

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    S. Maria Maddalena - Patrona

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    Affresco del '400

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    Chiesa di S. Giorgio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Croce Pessina

Mi chiamano la Maddalena.
Ma il mio nome è Maria.

Accetto l'appellativo Maddalena perché mi ricorda la mia ricca città natale, Màgdala, sulla sponda nord-occidentale del lago di Tiberiade. Respingo invece l’attributo di peccatrice, eufemismo che sta per donna di strada.

Tutto è derivato dalla erronea lettura del vangelo. San Luca riferisce che da me "erano usciti sette demoni". Sette ha qui il valore di pienezza che gli davano frequentemente gli antichi i quali facevano risalire al demonio ogni specie di infermità. L’evangelista voleva dire semplicemente che ero stata liberata da Gesù da una paurosa malattia. Molti autori latini, invece, avendomi gratuitamente identificata con la peccatrice innominata di Luca (7, 36-50), hanno preso in senso metaforico di peccati i miei sette demoni. Ma andate a dirlo agli artisti che mi hanno raffigurato e continuano a raffigurarmi come una peccatrice.

Sono stata invece, questo sì, una discepola di Gesù, anzi, la capogruppo delle discepole miracolate. Luca narra che il Maestro andava predicando il regno di Dio "e i dodici erano con lui e alcune donne" e nomina me, Giovanna e Susanna tra "le molte altre che lo assistevano con i loro beni" (8, 1-3). Analoga a quella goduta dai Dodici era la comunità di vita con Gesù a cui sono stata ammessa abitualmente con le altre. Lo servivamo, provvedevamo ai suoi pasti e ci adoperavamo perché nulla gli mancasse. E nel nostro amore fedele e coraggioso non lo abbiamo abbandonato neppure nelle ore della tragedia finale, come hanno fatto invece tutti i discepoli, Giovanni escluso. Siamo state sul Calvario, testimoni della sua morte, e testimoni poi della sua deposizione dalla croce, del suo seppellimento e, prime fra tutti, del sepolcro vuoto. Ma ciò che ancora mi commuove è l’apparizione che il Risorto ha riservato a me per prima. Comincio col prenderlo per il giardiniere, dopo però che mi è concessa l’esperienza carismatica della sua presenza reale, sentendomi chiamare: "Maria!", gli rivolgo la gioiosa invocazione di fede e di amore: "Rabbunì! Maestro! ". Avrei voluto trattenerlo. Ma lui me lo vieta, svelandomi che non è più nella condizione terrestre di un tempo e invitandomi a recare con urgenza ai discepoli il lieto messaggio pasquale. Obbedii (Giovanni 20, 11-18). è per questo che i Greci mi chiamano "uguale agli apostoli" e i Latini "l’apostola degli apostoli".

Quanto ho rievocato lo narrano i vangeli ispirati. Alcuni Padri e scrittori della Chiesa vanno oltre. Sant’Ambrogio, per esempio, mi considera la nuova Eva. La prima Eva con le sue parole di menzogna ha visto la morte e l’ha trasmessa, io ho visto la vita nuova del Risorto e l’ho annunciata con parole di verità. Nel quarto secolo il vescovo Pietro II di Alessandria, oltre a considerare me la nuova Eva, prende Pietro come il nuovo Adamo. Pietro per il nome datogli da Gesù, che equivale a roccia, io per il nome della mia città di Magdala che significa torre e fortezza, abbiamo opposto la saldezza e la stabilità cristiana alla debolezza e alla caduta della coppia all’aurora dell’umanità.

Maria Maddalena chi è? Di Maria di Magdala - detta Maddalena - sappiamo quanto gli evangelisti raccontano nelle loro cronache e, in particolare:

  • che, dopo che Gesù ebbe scacciato da lei sette demoni, essa divenne sua fedele seguace;
  • che era presente alla sua crocifissione e alla sua sepoltura;
  • e che - fatto questo ancora più importante - ottenne la grazia di essere testimone della sua risurrezione e la prima ad annunciare la buona novella agli apostoli

Se i particolari biografici su di lei sono pochi e incerti, la sua leggenda è però, senza dubbio alcuno, una delle più copiose fonti di ispirazione mai scaturite dalla figura di una donna, fatta eccezione, forse, per la vergine Maria. Una e molteplice, Maria Maddalena è stata confusa, fin dai primi secoli del cristianesimo, con personaggi del nuovo testamento, e nel suo aspetto più simbolico, identificata con altri dell'antico testamento.

Da un lato, la figura ibrida che noi oggi conosciamo deve la sua esistenza alla fusione quasi immediata di tre donne del nuovo testamento:

  • la "peccatrice" anonima di Luca che cosparge di profumi i piedi di Gesù nella casa del fariseo;
  • Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro, simbolo della vita contemplativa, la quale, dopo che Gesù ebbe risuscitato il fratello, cosparge di balsami il capo del Salvatore;
  • Maria di Magdala, la penitente che vediamo ai piedi della croce, la quale, dopo la morte del Maestro, si reca al sepolcro per imbalsamarlo.

Tratto dal libro L'amore di Maddalena