• Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
    Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba

    Chiesa Parrocchiale

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
    Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba

    Chiesa Parrocchiale - Interno

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
    Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba

    Oratorio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
    Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba

    S. Maria Maddalena - Patrona

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
    Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba

    Affresco del '400

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
    Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba

    Chiesa di S. Giorgio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
    Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba

    Croce Pessina

Abbiamo riabbracciato il popolo durante le S. Messe che sono riprese lunedì 18 maggio.

Tra apericena, ritrovi nei luoghi della movida, e ora anche le Messe possono indurre a pensare che allora è proprio finito tutto, ora possiamo riprendere lasciando il passato con tutte le sue restrizioni.

In realtà la vita di tutti ci sta dicendo di pensare ancora a cose più urgenti: il dolore di chi ha perso un famigliare, senza neppure poterlo salutare; l’angoscia di chi ha perso il lavoro e fatica ad arrivare a fine mese; il peso di chi ha tenuto chiuso un’attività per tutto questo tempo e non sa come e se riaprirà; i ragazzi e i giovani che non hanno potuto seguire lezioni regolari a scuola; i genitori che devono con fatica prendersi cura dei figli rimasti a casa tutto il giorno; la ripresa economica con un impoverimento generale…

Vorremo tutti che la “fase due” segnasse la fine dell’epidemia domani mattina e la crisi economica domani sera, ma tutti sappiamo che non sarà così. Non basta essere tornati a celebrare le Messe per pensare di avere risolto tutto. Abbiamo solo ripreso a celebrare con il popolo, ma ora abbiamo davanti il compito più difficile quello di ricostruire una comunità di credenti aperta a tutti, una comunità che scommetta sulle relazioni umane di vita buona.

Questo lungo periodo ha mandato in crisi il modello di chiesa che non aggrega più, che ha messo in evidenza tutte le fragilità di una tradizione che ha ridotto tutto ad “andare a Messa” ma ha perso la sua forza attrattiva, la sua capacità di dire con la vita il Vangelo. Torneremo a Messa e ci nutriremo del Cibo dell’Eucaristia. Ma non sprechiamolo questo pane. Per i nostri vecchi il pane non andava sprecato era cibo essenziale perché il pane non solo nutriva, ma creava famiglia, comunità, allegria, condivisione. Il pane non è fatto per essere guardato, il pane è fatto per essere mangiato, per essere condiviso. Alla Messa dunque torniamo, ma per essere dono per gli altri.

Come vorrei che al termine di ogni messa si possa dire: qui si respira un clima di comunità.

Il problema capite allora non è quanti posti saranno garantiti con distanziamento sanitario, ma quanto l’Eucaristia celebrata tornerà a farci comunità.

 


La parola di don Ettore

 

La parola
libero pensiero di don Ettore Dubini su temi attuali o determinate ricorrenze.