• Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale

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    Chiesa Parrocchiale - Interno

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    Oratorio

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    S. Maria Maddalena - Patrona

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    Affresco del '400

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    Chiesa di S. Giorgio

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    Croce Pessina

«Con gentilezza»: questo lo «stile» con cui operare al servizio del benessere collettivo indicato dall'Arcivescovo nel suo pronunciamento la vigilia di Sant’Ambrogio.

In un tempo di confusione, di conflittualità, di rancorosi atteggiamenti Delpini si rivolge ai rappresentanti delle Istituzioni «In questo nostro tempo confuso, di frenetica ripresa e profonda incertezza, che tende a censurare un vuoto interiore chi ha la responsabilità del bene comune è chiamato a essere autorevole punto di riferimento con discorsi seri e azioni coerenti, con la saggezza di ricondurre le cose alle giuste dimensioni, di sorridere e di far sorridere».

Chi ha ruoli istituzionali deve coltivare la virtù della responsabilità: «L’esercizio della responsabilità richiede una dura ascesi per coniugare fermezza e gentilezza, giudizio sulle azioni e rispetto per le persone, pazienza e determinazione, pensiero lucido e parola amabile. L’esercizio della responsabilità richiede molte virtù: l’onestà, il discernimento, la prudenza, la fortezza, la mitezza, il senso dell’umorismo e alcune che mi sembrano particolarmente necessarie oggi, come la lungimiranza, la stima di sé e la resistenza».

Ma quanto Delpini chiede a chi ha responsabilità istituzionali vale anche per tutti: «Per il servizio al bene comune, insieme a queste virtù è necessario uno stile che forse possiamo definire con la virtù della gentilezza. Per gentilezza non intendo solo le “buone maniere”, ma quell’espressione della nobiltà d’animo in cui si possono riconoscere la mitezza, la mansuetudine, la finezza nell’apprezzare ogni cosa buona e bella, la fermezza nel reagire all’offesa e all’insulto con moderazione e pazienza».

Particolarmente efficace è l’esortazione finale sulla necessità «di artigiani del bene comune che contrastino i disonesti e i prepotenti: è necessario resistere e far crescere la rettitudine morale. C’è bisogno di gente che resista. Che resista con la gentilezza di chi sa che cosa sia bene e che cosa sia male e compie il bene perché ha fiducia nell’umanità, ha fiducia nelle istituzioni, ha fiducia in Dio».


La parola di don Ettore

 

La parola
libero pensiero di don Ettore Dubini su temi attuali o determinate ricorrenze.