Ormai siamo quasi rassegnati all’idea che eventuali colloqui di pace sembrano naufragare uno dopo l’altro nella guerra tra russi e ucraini giunta già al quarto anno. I potenti del mondo prospettano soluzioni che per ora restano solo proclami e non sempre portatori di una “pace giusta” come deve essere la pace.
A complicare ulteriormente il conflitto, che lascia distruzione e vittime, ora, ma lo era stato anche all’inizio della guerra quando il Patriarca di Mosca Kirill aveva e tutt’ora benedice l’invasione russa in Ucraina.
Di recente c’è stato un netto rifiuto alla proposta Vaticana di offrirsi come luogo per i negoziati. Per russi sarebbe stata un’offesa agli “ortodossi”. Del resto, si sa che la Chiesa ortodossa russa all’inizio dell’“operazione militare speciale” come Putin chiama la guerra, la Chiesa ortodossa russa è stata tra i promotori più attivi. Come se questo non bastasse ora si viene a sapere, come ha ben documentato Marta Ottaviano, giornalista del quotidiano Avvenire, che in questa assurda guerra convivono fucili con crocifissi e molti preti ortodossi russi si schierano al fronte.
La giornalista fa notare che in questa “operazione militare speciale”, cioè la guerra in tutta la sua brutalità, la presenza della Chiesa Ortodossa la stia trasformando in una guerra di religione.
Queste notizie gettano benzina sul fuoco e stando così le cose non vedremo certo a breve la fine del conflitto.