Pasqua

Maria di Magdala “si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!»” (Gv 20,14-16).

Oggi è Pasqua. Ma non una Pasqua qualsiasi; è la Pasqua del Signore, è la Pasqua di risurrezione. Nella Pasqua noi contempliamo Colui dal quale viene ogni principio di vita, Gesù risorto, che ci ha donato la vita, in questo mondo che tanto ci parla di morte, che tanto ci parla di miserie umane, che tanto ci parla di desolazione. È lo spettacolo tremendo delle guerre che insanguinano il nostro mondo! Ma la Pasqua non è desolazione, non è morte, è invece gioia, la gioia di Cristo risorto. E la gioia muove il nostro cuore alla speranza. Nella Liturgia di Pasqua così preghiamo il Signore: “Concedi al popolo da te redento fede salda e speranza incrollabile e donaci di attendere senza dubitare il compimento delle tue promesse”. Si chiede a Dio una speranza che non viene meno, resiste ad ogni minaccia. Allora non viviamo la Pasqua nel rammarico o nella paura; viviamola invece come segno di speranza. La speranza non delude mai. La speranza ci fa vincere la paura, la paura del silenzio di Dio, la paura che Dio non ci parli più, la paura che Dio non intervenga più nella nostra vita. Era la paura che si esprimeva nelle lacrime di Maria di Magdala mentre stava all’esterno del sepolcro “e piangeva”, dice il Vangelo di Giovanni. Quella paura però poi, per la speranza riposta in Gesù risorto, è diventata annuncio, un annuncio senza paura: “Ho visto il Signore!”. Secondo i Vangeli è la prima persona a vedere Gesù risorto. E da questo incontro Maria di Magdala ne esce trasformata; diventa messaggera della più grande speranza: Gesù è risorto. Come Maria di Magdala, anche noi dobbiamo avere il cuore aperto alla speranza, la speranza della vita, la speranza della gioia che non ha fine, la speranza che ci porta a condividere il cammino della vita gli uni con gli altri, anche se è un cammino che talvolta può essere difficile, un cammino che talvolta può sembrarci impossibile. È la speranza che viene da Gesù risorto. Con la certezza che Gesù Risorto è con noi sempre, cammina con noi, come camminava con i discepoli di Emmaus, a tutti e a ciascuno, a cominciare dalle persone ammalate e sole, va il nostro augurio di una lieta e santa Pasqua di Risurrezione.

Mons. Angelo con i Sacerdoti, le Persone consacrate e i Consigli Pastorale e per gli Affari Economici della Comunità Pastorale S. Eufemia