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Rispose il Cieco ai Giudei: “Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?” (Gv 9,27).
È sulla figura dell’apostolo Giovanni che ci si vuole soffermare nella meditazione sul quadro di Lavinia Fontana, “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”.
A un lato del quadro c’è GIOVANNI, l’apostolo amato e l’evangelista. Di fronte alla Crocefissione del Signore non può che mettersi in preghiera: Lui che ha seguito il Maestro, ha accolto il Suo insegnamento, non può abbandonarlo nel momento della prova e prega con Lui e per Lui.

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“Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32).
In questa domenica la meditazione sulla grande tela di Lavinia Fontana, “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”, ci conduce a fissare il nostro sguardo sulla figura di Maria Maddalena.
Ai piedi della croce, Maria Maddalena abbraccia le gambe del Crocifisso, quell’uomo capace di vedere in lei, donna da tutti additata per i suoi errori, il bene e il suo valore. Di fronte alla morte del Signore non vuole perdere il suo legame con Lui, cerca di trattenerlo con sé per paura di perdere il suo amore, ma soprattutto di non essere capace di guardarsi ancora con gli occhi di Gesù.

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”Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Cristo?” (Gv 4,29)
È la meditazione sulla grande tela di Lavinia Fontana, “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”, collocata sopra la porta d’ingresso alla sagrestia della Chiesa prepositurale, a condurci anche in questa seconda Domenica di Quaresima, con la presentazione – di Francesca Longhi - della figura di una donna che sostiene Maria.

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“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4)
Nelle domeniche di Quaresima ci lasceremo condurre dalla meditazione sulla grande tela del 1595, collocata sopra la porta della sagrestia, opera di Lavinia Fontana (Bologna, 1552 – Roma, 1614) “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”, di proprietà della Pinacoteca di Brera di Milano, in deposito presso la nostra Chiesa prepositurale. In questa prima domenica viene presentata la figura di San Francesco d’Assisi, nel testo gentilmente preparato da Francesca Longhi.

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Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia” (Lc 19,5-6).
Zaccheo rappresenta l’uomo che si converte, che cambia l’orientamento della sua vita, che non lascia cadere nel vuoto l’occasione della sua vita. Ma non ci sarebbe Zaccheo, non ci sarebbe la conversione, se non ci fosse Gesù, se non ci fosse la sua misericordia. Dio è essenzialmente misericordia, e misericordia che si fa perdono. Dio vuole prima di tutto che le persone, nonostante le loro debolezze, le loro miserie e il loro peccato, vivano l’esperienza della sua misericordia. Il racconto dell’incontro di Gesù con Zaccheo vuole proprio dirci questo: Dio ama così tanto l’essere umano da chiamarlo alla vita, alla conversione, a stare con lui, a vivere di lui. In questo sta il segreto, il perché, la logica dell’incontro di Gesù con Zaccheo.