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1700 ANNI DALLA CELEBRAZIONE DEL CONCILIO DI NICEA
Durante il Giubileo cadrà una ricorrenza molto significativa per tutti i cristiani. Si compiranno, infatti, 1700 anni dalla celebrazione del primo grande Concilio ecumenico, quello di Nicea. [..] Nei primi secoli della fede i Sinodi si moltiplicarono sia nell’Oriente sia nell’Occidente cristiano, mostrando quanto fosse importante custodire l’unità del Popolo di Dio e l’annuncio fedele del Vangelo. [..] L’Anno giubilare potrà essere un’opportunità importante per dare concretezza a questa forma sinodale, che la comunità cristiana avverte oggi come espressione sempre più necessaria per meglio corrispondere all’urgenza dell’evangelizzazione: tutti i battezzati, ognuno con il proprio carisma e ministero, corresponsabili affinché molteplici segni di speranza testimonino la presenza di Dio nel mondo.

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33^ GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
«La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5)
Peguy amava definire la speranza una virtù «bambina». La speranza è anzitutto un esercizio nascosto nel cuore, semplice come una bambina e insieme desiderosa di vita. Essa permette ad ogni persona di guardare al proprio futuro con desiderio di guarigione, di positività e rinnovamento. [..] La Giornata Mondiale del Malato intende riproporre a tutti i credenti la forza della speranza nel mistero pasquale di Gesù Cristo.

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Simeone, “mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio” (Lc 2,27-28).
“Trasmettere la vita speranza per il mondo”, è il titolo del Messaggio che il Consiglio Permanente della CEI ci affida per la 47ª Giornata per la Vita. Il brano biblico che ha ispirato i vescovi è tratto dal libro della Sapienza: Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita (Sap 11, 26).
La speranza si nutre di fecondità ed è per natura sua generativa. Così siamo chiamati a operare per rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono un’apertura generosa alla vita, a tutte le vite.
In quest’avventura possiamo confidare nell’alleanza con un Dio che si presenta come amante della vita, che si fa carico di ogni fragilità, che accorci ogni distanza.

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L’annuale Festa della famiglia si colloca quest’anno subito all’inizio del Giubileo, guidato dal tema: “Pellegrini di speranza”. La connotazione della speranza, più che il titolo di un evento speciale, fa risuonare un’eco costante e ordinaria alle orecchie del vissuto famigliare di tanti cristiani. È proprio in famiglia che le relazioni interpersonali affrontano le tante difficoltà del quotidiano affermando implicitamente la forza che le supererà. Questa energia è sorella dell’amore e della fede, virtù che l’intelligenza credente riconosce come “teologali”, doni di Dio operanti e trasformanti le nostre umili risorse umane.

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“Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».” (Gv 2,1-3)
Alle nozze di Cana c’è anche la Vergine Maria. Da lei, che è fiduciosa e docile alla parola e ai gesti di Gesù ed è premurosa verso tutti, possiamo imparare ad essere collaboratori di Gesù. Maria ha uno sguardo ed un’attenzione che manifestano il suo amore per le persone con cui si trova. Si accorge subito che al banchetto c’è qualcosa che non va. Perciò Maria, che è attenta alle necessità delle persone, cerca di fare qualcosa. Conosciamo la premura materna di Maria; a Lei non ci si rivolge mai inutilmente. Tramite lei si giunge a Gesù, che desidera sempre dei collaboratori, come alle nozze di Cana è stata Maria e lo sono stati i servitori.